Quando il ribelle firma la lista dei divieti | i grandi comici addomesticati in Arabia Saudita
Non si placano le polemiche sul Riyadh Comedy Festival, né quelle sui blogger e sugli artisti che lo difendono (e te credo). C’è chi scrive editoriali indignati, chi pubblica post di scuse, chi rivendica la libertà di fare battute anche nel deserto, e nel frattempo gli stessi comici che si proclamano paladini della libertà d’espressione vengono accusati di essersi venduti al regime, avendo firmato contratti con la lista delle parole e dei discorsi proibiti. È vero, è falso? Insomma, un po’ vero è. Dicono che il Riyadh Comedy Festival sia stato un successo, e in un certo senso lo è stato: è riuscito dove nessun regime era ancora arrivato, trasformare la censura in intrattenimento. 🔗 Leggi su Ilgiornale.it
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