Matatia e la tragedia dei 700mila militari italiani

Un destino appena poco meno tragico di quello degli ebrei internati nei campi di sterminio quello che toccò in sorte agli oltre 700mila militari italiani che dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 rifiutarono di continuare a combattere al fianco dei tedeschi. Vennero catturati e internati a loro volta, defraudati dello status di prigionieri di guerra e declassati in IMI, ossia Internati Militari Italiani. "Sfruttati come schiavi in miniere, fabbriche, nei campi, o a scavare trincee e macerie, sempre sotto la minaccia delle armi, tra violenze, fame, degrado". La sintesi è di Roberto Matatia che, sulle tracce di un diario redatto in tempo reale da un IMI romagnolo - scritto rimasto per anni nel fondo di un cassetto ("Perché ammutolirono davanti al mondo che non volle sapere" scrive l’autore) - nel volume " Dal fondo della notte " racconta la storia drammatica di un uomo la cui vicenda può elevarsi a paradigma della tragica esperienza che patirono quasi tutti gli IMI italiani. 🔗 Leggi su Ilrestodelcarlino.it

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