La rivoluzione déco torna alla ribalta tra razionalismo e libertà

“La vita di una donna moderna è rapida, frenetica e il creatore deve vestirla di conseguenza”, così Jean Patou descriveva la sua donna ideale. La sua musa era l’antesignana del girl power di oggi che, proprio in quegli anni, i roaring twenties, non solo per la prima volta lavorava, ma fumava, beveva, guidava i nuovi bolidi alla moda e, di notte, si scatenava sulla pista da ballo a ritmo di Charleston, fasciata da abiti sexy, succinti e inondati da frange. E, grazie alle prime suffragette, poteva anche votare. Quell’archetipo femminile, che trovò la sua incarnazione nelle flapper più disinibite come Nancy Cunard e Louise Brooks, assunse un ruolo trainante per quella stagione di ebbrezza edonistica e liberatoria che, nell’arco di un ventennio compreso fra il 1915 e il 1935, travolse un Occidente ansioso di archiviare le drastiche privazioni imposte dal primo conflitto mondiale. 🔗 Leggi su Panorama.it

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