La fragile pace trumpiana merita più prudenza e meno impudenza

I bombardamenti sui palestinesi sono cessati e gli ostaggi israeliani ancora vivi sono tornati a casa. Questo era l’importante, è accaduto ed è una ragione più che sufficiente per festeggiare. Ma di qui in poi è difficile raccapezzarsi. E certo non aiuta lo spettacolo a dir poco surreale offerto ieri da Donald Trump nei suoi molteplici, svagati e assai divaganti interventi, prima alla Knesset e poi a Sharm el-Sheik. Ancora una volta, come capita sempre più spesso nel commentare i maggiori avvenimenti politici di quest’epoca impazzita, si ripropone il dilemma su quale sia la sostanza e quale la superficie delle cose: il piano americano in venti punti che dovrebbe portare la pace è la vera notizia, rispetto alla quale i capricci e le insensatezze di Trump rappresentano un dettaglio insignificante, o viceversa? Forse lo sapremo solo con il tempo, dopo avere visto l’esito di un così intenso lavoro diplomatico. 🔗 Leggi su Linkiesta.it

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