Appesa per i polsi e colpita nel carcere di Keziot | la denuncia di una fotoreporter Usa che era a bordo della Flotilla
La denuncia è terribile: “Sono stata appesa per i polsi e per le caviglie, ammanettata con catene di metallo, colpita sullo stomaco, sulla schiena, sul viso, sull’orecchio e sulla testa da un gruppo di guardie, uomini e donne, una delle quali si è seduta sul mio collo e sul mio viso, impedendomi di respirare”. Questo il racconto agghiacciante delle torture subite da Noa Avishag Schnall, fotoreporter ebrea di origini yemenite nata a Los Angeles negli Stati Uniti, arrestata l’8 ottobre dalle forze speciali israeliane sulla nave Conscience della Freedom Flotilla Coalition, con a bordo oltre cento tra medici e infermieri e alcuni giornalisti che volevano arrivare a Gaza. 🔗 Leggi su Ilfattoquotidiano.it
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Mi chiamavo Evi Anna Rauter. Quando mi hanno trovata appesa a un albero, a Portbou, avevo 19 anni. Ero lontana quasi mille chilometri da Firenze, dove la sera prima avevo lasciato la casa di mia sorella. Mi hanno trovata a 40 centimetri da terra. Ancora og - facebook.com Vai su Facebook