Perché l’Europa rischia di finire nel fuoco incrociato dei dazi tra Cina-Usa
Nella partita dei dazi tra Stati Uniti e Cina si è aperto un nuovo capitolo quando la scorsa settimana Pechino ha annunciato una serie di restrizioni alle esportazioni sulle terre rare; mossa che ha causato l’ira del presidente statunitense Donald Trump, il quale ha minacciato l’imposizione di nuove tariffe aggiuntive “del cento per cento” sui prodotti cinesi importati in America. L’escalation diplomatica è andata avanti nel fine settimana, e adesso sembra stia rientrando. Ma le misure adottate da Pechino restano. E a farne le spese più di tutti non sono gli Stati Uniti. Le nuove regole promosse da Zongnanhai, che entreranno in vigore in due separati scaglioni distanti tre settimane l’uno dall’altro (8 novembre il primo scaglione, 1 dicembre il secondo) sono infatti concepite per limitare l’esportazione di motori elettrici, chip per computer e altri dispositivi fondamentali nella vita quotidiana, ma anche di materiali e componenti destinati ad essere utilizzati in attrezzature militari (come i piccoli ma potenti motori elettrici utilizzati nei missili e nei caccia, o i materiali per i telemetri utilizzati nei carri armati e nell’artiglieria per acquisire bersagli lontani), a tutto il resto del mondo. 🔗 Leggi su Formiche.net
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