La guerra nel cloud | se anche Microsoft dice no a Israele
Era un pomeriggio del novembre 2021 quando l’allora comandante dell’Unità 8200 dell’intelligence militare israeliana, Yossi Sariel, incontrò l’amministratore delegato di Microsoft, Satya Nadella, presso la sede centrale del colosso tecnologico a Seattle, negli Usa. Israele aveva necessità di archiviare enormi quantità di informazioni e per farlo voleva accesso alla piattaforma di cloud computing Azure di proprietà dell’azienda fondata da Bill Gates. Allora, almeno secondo Microsoft, Nadella non era a conoscenza delle intenzioni dell’intelligence israeliana ma l’accordo fu stretto. Così, a partire dal 2022, lo Stato ebraico ha potuto sfruttare i servizi in cloud di Azure e gli strumenti basati sull’intelligenza artificiale collegati alla piattaforma per sviluppare un modello che consentisse all’Unità 8200 di archiviare dalle proprie basi le informazioni raccolte su milioni di palestinesi in Cisgiordania e a Gaza. 🔗 Leggi su Tpi.it
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