Insultare i morti è libertà di critica? Il caso Mussolini riapre il dibattito

Roma, 7 ott – Può un insulto triviale, rivolto non alla politica ma alla persona di un defunto, rientrare nel diritto di critica storico-politica? È la domanda che solleva il caso aperto da Caio Giulio Cesare Mussolini, pronipote del Duce, contro un consigliere comunale del Partito Democratico di una cittadina del Centro Italia. Caio Mussolini querela un insulto pubblico. Il consigliere in questione, qualche mese fa, aveva scritto sui social: «No, Mussolini non era uno statista, era una merda». Non un giudizio sul regime o sulle scelte politiche, ma un insulto diretto alla persona di Benito Mussolini, mirato a colpire sul piano morale e personale. 🔗 Leggi su Ilprimatonazionale.it

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