Volenti o nolenti? Risponde la Crusca

Tratto dall’Accademia della Crusca L’aggettivo nolente ‘che non vuole, contrario’ (GRADIT) è un latinismo entrato in italiano nel XVI secolo, che deriva dal latino nolente(m), participio presente del verbo nolle ‘non volere’, formato a sua volta dall’unione di ne ‘non’ e velle ‘volere’ (l’Etimologico). La sua prima attestazione risale al 1530 (abbiamo “nolente in opinione” nei Diarii di Marino Sanuto, a cura di Federico Stefani, Guglielmo Berchet e Nicolò Barozzi, Venezia, Visentini, 1893, tomo XXXVI, p. 545) e, sebbene lo si possa ritrovare da solo (caso in cui può reggere anche una subordinata), è diffuso prevalentemente nella locuzione volente o nolente (documentata già in latino, volens nolens o volens aut nolens, al nominativo singolare), attestata peraltro solo a partire dal XVIII secolo (anche con omissione della congiunzione), “con riferimento alla condizione di chi è costretto o indotto a compiere una data azione, a comportarsi in un modo determinato, a subire particolari iniziative e condizionamenti indipendentemente dalla propria volontà o convinzione” (GDLI, s. 🔗 Leggi su Linkiesta.it

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volenti nolenti risponde cruscaEsiste anche il sostantivo “nolontà” che, da termine usato prevalentemente in ambito filosofico, comincia a diffondersi anche nei quotidiani per indicare “mancanza di ... - Esiste anche il sostantivo “nolontà” che, da termine usato prevalentemente in ambito filosofico, comincia a diffondersi anche nei quotidiani per indicare “mancanza di volontà” e pure “non curanza” ... Secondo linkiesta.it

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