Solidarietà prêt-à-porter | indossare Gaza senza indossare se stessi
Ma perché si è attivisti sempre con la kefiah? Come se fosse il lasciapassare obbligatorio per entrare nel club della solidarietà. Anche la femminista Michela Murgia, ve la ricordate? Incontrava una donna islamica e si metteva il velo, “per rispetto” (di cosa, di un velo che è simbolo di una cultura patriarcalissima?). Non basta dire “sono con voi”, devi anche travestirti da palestinese prêt-à-porter, con la sciarpa annodata in testa come nei tutorial di Instagram. Fino a qui uno potrebbe pensare: folklorismo. Tuttavia ricorderete anche voi quando, pochi giorni fa, a bordo di una flottilla diretta a Gaza, è scoppiato il dramma per la presenza di un attivista LGBTQ: qualcuno ha lasciato l’organizzazione indignato, qualcun altro ha denunciato che quell’identità era stata nascosta, e la missione umanitaria si è trasformata in un processo alle intenzioni. 🔗 Leggi su Ilgiornale.it
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