Essere salvi è non essere salvati
Dostoevskij, “Delitto e castigo”: “L’eternità ci si presenta sempre come un’idea che non si può afferrare, qualcosa di immenso, di enorme! Ma perché dev’essere necessariamente enorme? E se invece non fosse che una stanzetta, una specie di bagno di campagna, affumicato, e in tutti gli angoli vi fossero ragni; eccola qui, tutta l’eternità. A volte, sapete, in sogno vedo qualcosa del genere”. Anche Marta, ragazza insopportabile che si muove tra le pagine de “ Il prodigio ” (Mondadori) di Fabrizio Sinisi, che sembra citare implicitamente questa frase. “Ci chiediamo sempre se Dio esiste”, blatera in taxi la logorroica fanciulla, vittima di crisi tali per cui, di colpo, non sa più dove si trova ed è necessario che qualcuno la vada a prendere. 🔗 Leggi su Ilfoglio.it
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