Con il caso Kirk Trump ha trasformato l’odio in dichiarazione di intenti E canonizzato il conflitto permanente
«Io odio i miei avversari e non voglio il meglio per loro». È con questa frase, pronunciata durante il funerale di Charlie Kirk domenica scorsa a Phoenix, che Donald Trump ha reso inutile ogni esercizio accademico sull’origine dell’ostilità politica. Nessun incidente linguistico, nessuna esasperazione della polemica: il presidente degli Stati Uniti ha trasformato l’odio in dichiarazione di intenti, in codice morale da ostentare di fronte al suo pubblico. Non un sottotesto, ma la regola del gioco. Il dato di contesto è chiaro. Negli Stati Uniti un bambino su 31 riceve una diagnosi di disturbo dello spettro autistico: Trump ne ha fatto il pretesto per teorie senza basi scientifiche, così come ora la morte di Kirk diventa l’occasione per canonizzare il conflitto permanente. 🔗 Leggi su Lanotiziagiornale.it
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