Vuoi il posto di lavoro? Dimmi per chi tifi

Sei qui per il colloquio di lavoro? Bene, dimmi: per che squadra tifi? Fermi, fermi: non è una domanda inopportuna. La risposta, anzi, può essere davvero un motivo per essere assunti o meno. Legittima, peraltro. Provateci voi, ad andare il lunedì in ufficio quando la vostra squadra va male e incontrare i colleghi tifosi rivali armati di insulti preparati per l’intero weekend. Immaginate se il giorno prima c’è stato lo scontro diretto. O si è sportivi, e si accetta lo sfottò, oppure quelli sono giorni di tensione. Ma esistono tifosi sportivi o è un ossimoro? Diciamo la seconda, diciamo che in quei giorni lavorare può aiutare a dimenticare, ma il problema è starci, al lavoro. 🔗 Leggi su Ilfoglio.it

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GIALLO - Con Stefania Crepaldi nell'indagine di Dimmi che non vuoi morire; Crepaldi: “L’amore è specchio” - La Voce di Rovigo; Tananai: «Mi sono fermato e ritrovato. E ho scoperto che la musica è ancora una necessità, non un lavoro. Ho imparato ad accogliere le mie debolezze. Oggi sogno dei figli, e se vuoi farmi felice, dimmi che sono gentile.

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Essere maleducati sul posto di lavoro è sbagliato e controproducente - Essere scortesi e maltrattare i colleghi in nome di una supposta franchezza è sbagliato e “una simile maleducazione non dovrebbe esistere in ... Si legge su repubblica.it

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