Giudici insensibili e carceri disumane non c' è pietas e non c' è speranza
Volevo scrivere dell'uomo più potente della terra e invece mi sono imbattuto nell'ultimo degli ultimi, chiuso dentro una cella grande come il mio ripostiglio. Storia semplice di un'umanità disperata, ma se non parti da lì dove vai. Il signore in questione è un detenuto del carcere di Bollate, nel milanese, l'eccellenza in tema di detenzione ma pur sempre un istituto di pena, dove il tempo scorre lento e la giornata si misura in centimetri di aria, pavimenti da grattare, insulti da filtrare e che il letto sia ben fatto per non fare incazzare il vicino. È dentro per reati comuni, roba di droga, soffre di cardiopatia, brava persona se può esserci una gerarchia del bene anche dietro le sbarre. 🔗 Leggi su Iltempo.it
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Feltri: le carceri disumane e quella sentenza che misura il giudice strampalato.
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