La pietà non ha bisogno di postille Lettera a Mariarosa Mancuso
Le fosse comuni, le cataste degli sterminati, riempiono di orrore e fanno distogliere lo sguardo, mentre la pietà è singolare. L’occhio della misericordia ha bisogno di scegliere, o essere scelto, da una figura e su quella fissare angoscia, simpatia, smania di soccorso. Questo fanno le immagini, e prima di loro i racconti. Sollevano dal bassorilievo di fondo dove giacciono i caduti o languono i malati o si trascinano i deportati, una figura a tutto tondo, un bambino di Varsavia con le mani alzate e la stella sul cappotto, un miliziano che stramazza, una bambinetta vietnamita che corre singhiozzando con le gambette ustionate, una madre algerina impietrita dal dolore, una piccola Leyla sarajevese con l’orbita vuotata da un cecchino. 🔗 Leggi su Ilfoglio.it
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Cosa è nato in quei pazzi giorni di Campo dei Campi? Qualcosa di inspiegabile, forte, grande, pieno di gioia. Ieri ci siamo ricordati che siamo chiamati a partire, come barche leggere, ma cariche di bene, verso chi ne ha bisogno. Sempre insieme a San Pier Gi Vai su Facebook
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La pietà non ha bisogno di postille. Lettera a Mariarosa Mancuso - Così gli spettatori si aggrappano a un corpo, a un viso, a un nome ridiventano capaci di figurarsi il grande n ... Riporta ilfoglio.it