Il default della Francia è una mina vagante L’analisi di D’Anna
“È come se ci fossero due France, il Paese fondatore di molti diritti e un’altra Francia reazionaria, ancorata ai propri privilegi”, sintetizza la regista Delphine Coulin. Una sintesi che non spiega perché Parigi si ritrovi sull’orlo del default con un debito pubblico che nel primo trimestre del 2025 ha raggiunto i 3.350 miliardi di euro, pari al 114 per cento del Pil. Uno tsunami economico finanziario paradossale per la patria degli ecomomisti storici e contemporanei più famosi del mondo: Jean-Baptiste Colbert, Anne Robert Jacques Turgot, Jean-Baptiste Say, Léon Walras, François Quesnay, artefici del mercantilismo, della fisiocrazia e della teoria dell’equilibrio generale e, più recentemente, François Perroux ed Olivier Blanchard i padri della teoria dei poli di sviluppo e della macroeconomia. 🔗 Leggi su Formiche.net
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Il paese dei balocchi. Ovvero il valzer della politica visto dalla Francia che si crede il paese delle tasche piene e dei guanciali di seta (di M. Feltri) Vai su X
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