La solitudine dello Straniero Ozon si misura con Camus | Ci interroga su noi stessi
In un bianco e nero nitido, dettagliato, antico, che rivela le strade di Algeri alla fine degli anni ’30 del Novecento. Meursault, impiegato trentenne, parla poco, sembra vivere la vita come qualcosa che non lo riguarda. È lo straniero, o l’estraneo. È con una rilettura del romanzo L’étranger di Albert Camus, pubblicato nel 1942 e diventato uno dei romanzi più venduti e tradotti della letteratura francese, che François Ozon torna alla Mostra del cinema, in concorso. Siamo ad Algeri – anche se in realtà si è girato in Marocco – fra dedali di stradine arabe e grandi boulevards fatti costruire dai francesi; donne arabe con il niqab, il velo totale, e signore francesi nei caffè vietati agli “indigènes“. 🔗 Leggi su Quotidiano.net
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Jane, una povera orfanella che ha trascorso la fanciullezza in un triste asilo di Lowood, dopo anni di stenti e di solitudine, viene assunta come governante in casa Rochester. Il cinico padrone finisce per innamorarsi di lei ma quando si sta per celebrare il matri Vai su Facebook
La solitudine dello Straniero. Ozon si misura con Camus: Ci interroga su noi stessi.
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