La lingua dei giudici e dei pentiti

Stenio Solinas, recensendo per il Giornale  "Portobello" di Marco Bellocchio (le prime due puntate sono state presentate lunedì a Venezia), ha notato la “funerea rassomiglianza” tra il linguaggio del pentito Giovanni Pandico e quello dei magistrati che misero in bella copia giuridica le sue calunnie. Possibile, si domanda, che lo stato parlasse come l’anti-stato? Non solo possibile, dico io, ma sintomatico. L’italiano ampolloso, dialettale e sintatticamente lambiccato del giudice Armando Olivares, procuratore generale d’udienza nel processo d’appello contro Tortora, fu sottoposto da Leonardo Sciascia a una disamina impietosa su Panorama; l’italiano di Pandico, sebbene fosse perfino più intrigante nelle sue stratificazioni gergali, non ha destato uguale curiosità, eccezion fatta per qualche osservazione in un ottimo libro – mai tradotto in Italia – del sociolinguista Marco Jacquemet (Credibility in court, Cambridge University Press 1996). 🔗 Leggi su Ilfoglio.it

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La storia di Giovanni Brusca, da killer spietato a pentito eccellente: lo ‘scannacristiani’ libero dopo 25 anni; Forteto, nessuno sconto per Fiesoli. I giudici: Non si è mai pentito; “Prima Luce”, poi Tommaso Buscetta e la mafia è nuda agli occhi del mondo.

lingua giudici pentitiLa lingua dei giudici e dei pentiti - Della parlata di Armando Olivares, procuratore generale d'udienza nel processo d'appello contro Enzo Tortora, Sciascia fece una disamina impietosa. ilfoglio.it scrive

Fini ai giudici: "Accertino le parole dei pentiti" - "Le dichiarazioni dei pentiti devono essere garantite dallo scrupolo e dall’onestà intellettuale della magistratura, che deve trovare i necessari confronti". Da ilgiornale.it

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