Orphan recensione | il film di László Nemes ricerca ossessivamente la tecnica
Tanta (eccessiva?) estetica per il regista ungherese che, attraverso la figura di un padre-orco, guarda ad un passato che continua a perseguitarci. Sono pochi i registi che riescono a parlare visivamente come Laszlo Nemes. Autore radicato in un presente che non può prescindere dal passato. Qualcuno la chiamerebbe universalità di linguaggio, ma forse a legger bene altro non è che l'osservazione del mondo, raccontato però scavando nel passato. Dopo La folgorazione de Il figlio di Saul (era il lontano 2015, con tanto di Oscar e Golden Globe), seguito da Tramonto (uscio nel 2018), ecco l'opera terza del regista ungherese: Orphan. 🔗 Leggi su Movieplayer.it
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Orphan: recensione del film di László Nemes – Venezia 82
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Orphan: recensione del film emozionante di lászló nemes a venezia 82
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