Arrendersi alla Cina mai Sulle batterie l’Europa ha ancora le sue carte da giocare

Ora che Northvolt, riacciuffata per i capelli dall’americana Lyten, se ne è volata oltre l’Atlantico, la domanda è: e adesso che si fa con la Cina? Premessa. L’azienda svedese, travolta dai debiti pochi mesi fa, fondata nel 2016 da ex manager di Tesla, era considerata fino a poco tempo fa la migliore speranza europea per produrre batterie nel continente e sostenere la transizione verso i veicoli elettrici. Ma, soprattutto, il simbolo dell’autonomia tecnologica europea, la risposta del Vecchio Continente ai giganti asiatici delle batterie per auto elettriche. Una missione strategica che le aveva permesso di raccogliere investimenti per ben 13 miliardi di dollari, diventando così la startup meglio finanziata dell’Unione europea (tra i principali investitori Volkswagen e colossi del calibro di Goldman Sachs e BlackRock). 🔗 Leggi su Formiche.net

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La Cina vuole dominare le batterie alternative del futuro - La società di consulenza Benchmark Mineral Intelligence dice che ci sono più di 100 gigawattora di capacità di batterie agli ioni di sodio pianificati per il 2030, per un totale di ventotto ... Si legge su wired.it

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