Premonizioni e metafore del sistema sovietico nella letteratura
“ Se c’è un luogo da cui mi sono sentito fatalmente ingannato non per la vita, ma per la morte, è proprio la metropolitana ”. Il figlio del sottosuolo, di Hamid Ismailov (traduzione di Nadia Cigognini; Utopia Editore), è stato definito da alcuni critici come “uno tra i migliori romanzi russi del ventunesimo secolo”, ma questa straordinaria opera dell’autore uzbeko, secondo me, trascende i confini geografici per affrontare temi universali. Al centro della narrazione vi è Mbobo, un bambino la cui nascita e crescita avvengono negli sfarzosi ma spesso inquietanti corridoi della metropolitana di Mosca. 🔗 Leggi su Ilfattoquotidiano.it
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