Jean Giono è un Mauro Corona bravo
Ambientato in un’Alta Provenza che non è la Provenza dei pittori e dei campi di lavanda, tantomeno la Costa Azzurra, è un territorio isolato che somiglia più alla montagna bellunese di Buzzati. E’ una Provenza talmente alta che le persone indossano pellicce di orso, popolata da cavalli e mandriani, uomini rudi che parlano coi tori, donne sognanti e fisiche, “quella Gina giovane, luminosa d’amore, nuda, lì di sopra, sul letto”, la cui aspirazione è “fare tanti bambini da riempire il prato”, e tutto un panteismo di fiumi e boschi parlanti. Non il mio genere, “Il canto del mondo” di Jean Giono, uscito nel 1934 e pubblicato ora da Settecolori, eppure, contrariamente alle mie abitudini, sono arrivato in fondo a un romanzo di 284 pagine senza saltarne una. 🔗 Leggi su Ilfoglio.it
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Jean Giono, esteta antimoderno
Jean Giono, esteta antimoderno - il manifesto - Ferdinand Céline non si capacitava di vedere a piede libero, in Francia, scrittori compromessi ben più di lui, a suo dire, con il regime di Vichy. Secondo ilmanifesto.it