Quando la violenza maschile trova legittimazione con i like | il caso Mia moglie
Negli ultimi giorni è esplosa in rete la vicenda del gruppo Facebook “Mia moglie”, e il disgusto è inevitabile. Più di 32.000 uomini (trentaduemila) hanno usato quello spazio per condividere immagini intime di donne, spesso delle loro stesse compagne, senza alcun consenso, trasformando l’abuso in intrattenimento. Non c’è rispetto, solo un’esibizione collettiva di possesso e disprezzo. L’atmosfera ricorda quella di un bar sport digitale, ma con ancora meno dignità, dove il corpo femminile diventa bersaglio di scherno, un luogo in cui voyeurismo e cyberbullismo sessista si mischia fino a normalizzare quella che dovrebbe essere intimità. 🔗 Leggi su Dilei.it
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La violenza maschile e la legge penale
Esprimiamo piena solidarietà a Silvia Mari De Santis, vice caporedattrice dell’Agenzia Dire, condannata al risarcimento danni e alle spese legali per aver curato l’inchiesta “Mamme coraggio” sulla violenza maschile contro le donne, sulla vittimizzazione secon Vai su Facebook
Ogni persona ha il diritto di vivere libera da qualsiasi forma di violenza. E la violenza maschile contro le donne ha radici profonde, spesso invisibili. Leggi la storia di Denise e Matteo e scopri di più sul progetto The Care: Vai su X
Quando la violenza maschile trova legittimazione con i like: il caso “Mia moglie”; Femminicidi, quanta violenza abbiamo ignorato e dimenticato; Le radici sociali, culturali e giuridiche della violenza di genere.
Quando la violenza maschile trova legittimazione con i like: il caso “Mia moglie” - Il caso del gruppo Facebook “Mia moglie” mostra come la misoginia online normalizzi l’abuso e trasformi la violenza in intrattenimento ... Scrive dilei.it