Maledette le isole e le barche
Ringrazio il Cielo di trovarmi sul continente e con i piedi per terra. In questi giorni ancora ultraturistici sento di molte persone che sono in barca o sulle isole e le compiango. Isola mi fa pensare a isolamento, situazione da galera. Specie se si tratta di isolotti dove puoi muoverti quanto vuoi ma ti ritrovi sempre nello stesso punto, come un criceto sulla ruota, come un detenuto nel cortile dell’ora d’aria. Non per nulla su questi scogli una volta ci mettevano i penitenziari e infatti si dice “i forzati della vacanza”. E la barca? Ma come si può immaginare di salire su una barca se non sei marinaio o pescatore, se non lo fai per lavoro? Se anzi devi pagare per starci? Nelle barche gli spazi sono ancora più ridotti, cabine tipo celle e convivenza obbligata con gente seminuda, inevitabile il corollario di tentazioni e repulsioni. 🔗 Leggi su Ilfoglio.it
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Maledette le isole e le barche - Ma come fanno le persone a villeggiare su un'isola o a pagare per salire su una barca? Si legge su ilfoglio.it