L’intelligenza artificiale legge Carrère e capisce che scrivere bene non basta

Mettiamo che un’intelligenza artificiale legga Carrère. Non per archiviarlo, non per sintetizzarlo, ma per provare a capirlo. Non sarebbe la prima volta che una macchina prova a imitare uno stile. Ma con Carrère, qualcosa si inceppa subito. Perché non è uno stile quello che si incontra. E’ un modo di stare al mondo. Di guardare le persone, anche le più potenti, senza perderne mai la quota umana. Di non separare mai l’osservazione dalla partecipazione. E soprattutto: di scrivere solo quando c’è qualcosa che vale la pena di raccontare. Il reportage sul G7 pubblicato sul Corriere della Sera non è un articolo di politica estera, anche se ci sono tutti: Macron, Meloni, Trump, Zelensky, il clima, la Groenlandia, la guerra, le battute di spirito e i momenti imbarazzanti. 🔗 Leggi su Ilfoglio.it

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