Le stramberie dalle quali si salvò uno dei più grandi scrittori del Novecento
Non c’era cosa al mondo che lui odiasse più degli ebrei e di tutto ciò che li riguardava. E’ Louis-Ferdinand Céline che parla. Lo fa in un piccolo pamphlet dal titolo, Mea culpa (1936), una sorta di anteprima dell’ancor più micidiale Bagatelles pour un massacre pubblicato nel 1937 da questo medico tedesco non ancora quarantenne, che sino a quel momento – nei suoi due libri d’esordio, il magnifico Voyage au bout de la nuit e L’Eglise – non aveva lasciato trasudare tracce di un suo antisemitismo talmente accanito. C’è che nell’Unione sovietica di Stalin lui c’era stato perché solo lì avrebbe potuto spendere i diritti d’autore che s’era guadagnati avendo venduto molto bene colà il suo secondo romanzo, Mort à crédit (1936), che invece in Francia non aveva avuto una particolare risonanza. 🔗 Leggi su Ilfoglio.it
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