Il tempo della pannuccia | memorie di mani laboriose grembiuli vissuti e uova barattate
Ricordo i suoi capelli lunghi raccolti in una crocchia, e il rituale serale davanti alla sua antica toilette di legno scuro. Due piccoli cassetti laterali con pomello, uno più grande al centro, e lo specchio inclinabile sorretto da perni a snodo: era il suo angolo, il suo riflesso fedele prima della notte. Non era alta, ma aveva una presenza che riempiva la stanza. Il viso minuto e chiaro, solcato da leggere rughe sulla fronte, custodiva occhi piccoli di un azzurro profondo, dove convivevano stanchezza e vitalità. In quello sguardo c’era tutta la fatica del lavoro, la gioia per la vita semplice, e la voglia instancabile di giocare con noi nipoti: quattro dalla figlia di Terontola, tre dalla seconda, e poi io e mio fratello dalla terza. 🔗 Leggi su Lortica.it
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