Barocco aperto e primordiale | la riscoperta di Mario Papini e dei suoi studi vichiani
Era quasi vent’anni fa. Con Francesco Valagussa attraversavamo per la prima volta l’iniziatica soglia di Port’Alba, sbucando in quella galleria di librerie e bouquiniste a ribalta dove, nei tre anni successivi, avrei dilapidato la “miglior parte” della mia esigua borsa di dottorato. A un tratto Francesco spiccava dal domino dei libri imbustati in verticale un titolo mai sentito prima: Arbor humanae linguae, saggio su L’etimologico di G.B. Vico come chiave ermeneutica della storia del mondo, autore un certo Mario Papini, a me allora ignoto, di cui il Gussa, se ben ricordo impostato da Vincenzo Vitiello, ebbe a dire: “Mi han giurato che è un gran libro. 🔗 Leggi su Ilfattoquotidiano.it
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