Il dannunzianesimo quintessenziato di Giovanni Comisso
Truccata alla dogana del Novecento, l’eredità ingombrante di D’Annunzio è finita un po’ ovunque: il manierista-uomo d’azione rinasce in Malaparte; Montale mette il segno meno alla sua poesia; Gozzano la parodia. Ma è in Saba, Penna e Comisso che si può cogliere un dannunzianesimo quintessenziato, portato al grado zero: ubiquo e irriconoscibile a un tempo. Specialmente in Comisso. E’ vero, non bisogna confondere la sua esperienza fiumana con l’influenza letteraria. E’ vero, dietro di lui c’è Rimbaud: ma tradotti in italiano, i poemetti in prosa del francese sanno di dannunziano “Notturno”. Come il suo Comandante, lo scrittore di Treviso celebra la linfa che scorre nel mondo, la gioia cruda di esistere, il modo in cui la morte più macabra e il godimento vitale si nutrono a vicenda. 🔗 Leggi su Ilfoglio.it
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Il satiro scandaloso di Giovanni Comisso - la Repubblica - Come spesso accade nelle pagine di Giovanni Comisso, il paesaggio è un personaggio. Da repubblica.it