Piccole meschinità in famiglia Simenon indaga nella normalità

Nel cuore della normalità quotidiana, Simenon svela le piccole meschinità che si celano tra le mura di famiglia. Con maestria narrativa, l’autore ci invita a scoprire come i gesti più semplici possano nascondere complessità inaspettate. In *La morte di Auguste*, il firmer del 1966, ogni dettaglio diventa un tassello fondamentale per svelare le sfumature più profonde dell’animo umano. La domanda è: fino a dove si spinge la nostra tolleranza?

La narrativa di Simenon riesce ogni volta a coinvolgerci in un nuovo campo di impeccabile sviluppo narrativo. E questo avviene anche in un romanzo – La morte di Auguste (Adelphi) – datato dall’autore 1966 e apparso la prima volta in Francia quello stesso anno. Il personaggio attorno a cui ruota la vicenda è Auguste, come da titolo, un anziano oste che muore colpito da ictus nel pieno della sua attività. Venuto dall’Alvernia, gestisce dapprima un modesto bistrot, luogo d’incontro di lavoratori per spuntini o piccole bevute, ma lui riesce a farlo diventare un vero ristorante e da una iniziale clientela di modesto livello sociale, lo porta a essere un locale piuttosto rinomato. 🔗 Leggi su Quotidiano.net

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