Invisibili recensione | se l' estrema formalità diventa un limite scolorendo una buona idea
"Invisibili" di Ambra Principato si propone come un viaggio nel cuore dell'anima, un racconto che esplora l'incomunicabilità e il confronto tra giovani in un mondo spesso freddo e distante. Tuttavia, la narrazione, troppo rigida e con una scelta di cast poco innovativa, rischia di appesantire una buona idea. Un film che, nonostante tutto, merita di essere scoperto, dall'onda del suo messaggio di autenticità e introspezione.
Ambra Principato torna ad illuminare l'oscurità dell'anima attraverso uno young adult che parla di incomunicabilità e confronto. Tuttavia, la rigidità narrativa e la scelta del cast (Justin Korovkin e Sara Ciocca li abbiamo spesso visti in ruoli simili) non aiutano, anzi. Al cinema dal 17 luglio. Opera seconda per Ambra Principato che, attraverso il romanzo di formazione, continua a raccontare - o per meglio dire, indagare - la complessità dell'animo umano. Un film sul tempo, sul destino, sul confronto. Almeno secondo la regista stessa che, dirigendo Invisibili, prosegue idealmente la scia lasciata dal suo primo film, Hai mai avuto paura?, cambiando ben pochi elementi, per avanzarli verso un'altra epoca, un altro linguaggio e un'altra prospettiva. 🔗 Leggi su Movieplayer.it
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Invisibili, recensione: se l'estrema formalità diventa un limite (scolorendo una buona idea).