Trent’anni dopo Srebrenica la neutralità rimane il lasciapassare dell’orrore

Trent'anni dopo Srebrenica, la neutralità si conferma ancora come il lasciapassare dell'orrore. Alex Langer, che si suicidò una settimana prima del massacro, aveva già previsto quel dramma, disperando di poterlo fermare. La sua visione si rivelò profetica: solo dopo l'ufficializzazione del genocidio si scatenò l'intervento della NATO. In questo contesto, la neutralità rischia di essere un'ombra complice, piuttosto che una scelta etica.

Alex Langer si suicidò una settimana prima del massacro di Srebrenica, avvenuto esattamente trent’anni fa, perché l’aveva visto arrivare e disperava che si sarebbe potuto fermare. Infatti, non si fermò. Solo dopo quella mostruosa ufficializzazione del progetto genocida dei serbi, ebbe avvio una massiccia campagna aerea della Nato che riportò, per breve tempo, il regime di Slobodan Milosevic a più modesti, ma non miti consigli. In quello che è a tutti gli effetti il suo testamento politico, “L’Europa muore o rinasce a Sarajevo”, uscito sulla rivista “La terra vista dalla luna” quasi in contemporanea con la sua morte, Langer aveva scritto: «Dopo tre anni tutti noi, umili o potenti, assistiamo al quotidiano ormai banalizzato di una guerra i cui bersagli sono donne, bambini, vecchi, deliberatamente presi di mira da cecchini irraggiungibili o colpiti da obici mortali che sparano dal nulla. 🔗 Leggi su Linkiesta.it

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Mia Martini vittima di odio, ipocrisia e dicerie assurde: a trent’anni dalla morte si sente ancora il vuoto nella musica italiana: un’opera per celebrarla - Mia Martini, icona indiscussa della musica italiana, ha saputo toccare il cuore di milioni di ascoltatori con una voce carica di emozione e fragilità.

La pace dei morti Trent’anni dopo Srebrenica, la neutralità rimane il lasciapassare dell’orrore; A Srebrenica dopo 30 anni la vergogna rimane; Trent’anni dopo la Jugoslavia. I Balcani come Medioriente europeo.

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