Idioti dell’orrore quando gli stragisti nascono sui social

quando si trasmette senza filtri può alimentare tragedie e ispirare altri a seguirne le orme. La denuncia di questi fenomeni diventa urgente: bisogna intervenire prima che il dolore si trasformi in un’ondata di imitazioni distruttive. È fondamentale approfondire le cause e promuovere un uso consapevole e responsabile dei social media, per proteggere le nuove generazioni da queste oscure derive.

Il 20 aprile 1999 due studenti della Columbine High School, Eric Harris e Dylan Klebold, entrarono a scuola armati e aprirono il fuoco sui compagni e sugli insegnanti, uccidendo 14 persone. Quel giorno non commisero solo un gesto atroce, ma posero anche le basi per un immaginario fatto di esaltazione della violenza,disprezzo per la società e, soprattutto, emulazione. Un mondo che si muove soprattutto nelle zone grigie di internet, ma che quando esce lo fa nel peggiore dei modi. Antonio Pellegrino, giornalista per le testate Linkiesta, Il Foglio e La Ragione, nel suo libro Idioti dell’orrore, Indagine su stragisti di massa e subculture digitali (editore Linkiesta books) racconta a TheSocialPost il complesso intreccio tra stragi di massa, sottobosco online e meme, rivelando come gli stragisti e il loro pubblico virtuale abbiano creato un pantheon di esaltazione della violenza, veicolato, spesso, con la comicità. 🔗 Leggi su Thesocialpost.it

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