Shayda la recensione | un esordio promettente tra violenza domestica e diritto alla libertà
Shayda si apre con un’intensa e potente narrazione che esplora il delicato equilibrio tra violenza domestica e il diritto alla libertà. Diretto dalla regista iraniano-australiana Noora Niasari, il film trae ispirazione dalla propria infanzia trascorsa in un centro di accoglienza. Un’opera che celebra la resistenza e il coraggio di una madre e della sua bambina, offrendo uno sguardo toccante e mai scontato sulla forza umana di fronte all’oppressione. In sala, il suo messaggio rimane indelebile.
L'opera prima della regista iraniano-australiana Noora Niasari prende spunto dalla sua stessa infanzia trascorsa con la madre in un centro di accoglienza per donne maltrattate. Un film sulla resistenza e il coraggio di una madre. In sala. La prima sequenza di Shayda racconta alla perfezione come il mondo delle sue protagoniste, una mamma il cui nome dà il titolo al film e la sua bambina Mona, sia completamente rovesciato. Si trovano in un aeroporto, un luogo simbolo di libertà - di movimento, di scelta -, ma la donna deve spiegare alla figlioletta che se suo padre Hossein la porterà lì, dovrà scappare verso un uomo vestito di blu per scongiurare che la faccia salire su un aereo che la porterebbe lontana da lei. 🔗 Leggi su Movieplayer.it
© Movieplayer.it - Shayda, la recensione: un esordio promettente, tra violenza domestica e diritto alla libertà
In questa notizia si parla di: shayda - libertà - recensione - esordio
Shayda, la recensione: un esordio promettente, tra violenza domestica e diritto alla libertà; Shayda, recensione del film; ‘Shayda’ di Noora Niasari, sopravvivere alla violenza.