Maltrattò madre e sorella l’assassino di Sharon ritenuto capace di intendere e volere
In un caso che scuote la nostra comunità, Moussa Sangare, accusato dell’omicidio di Sharon Verzeni, è stato giudicato capace di intendere e volere, nonostante i problemi di tossicodipendenza e disturbi della personalità. La valutazione della dottoressa Valentina Stanga sottolinea la complessità della vicenda, aprendo un dibattito cruciale sulla responsabilità e la tutela delle vittime. La questione rimane aperta e al centro dell’attenzione pubblica, suscitando profonde riflessioni sulla giustizia.
Suisio. Moussa Sangare, l’assassino di Sharon Verzeni, è stato ritenuto capace di intendere e volere nel procedimento a suo carico per maltrattamenti nei confronti della madre e della sorella. Lo ha stabilito la dottoressa Valentina Stanga dell’Università degli Studi di Brescia, nominata dal gip del tribunale di Bergamo. Nonostante abbia rilevato problemi di tossicodipendenza al momento dei fatti e un disturbo della personalità, la psichiatra ha ritenuto l’imputato anche in grado di sostenere un processo. Secondo la difesa, retta dall’avvocato Giacomo Maj, la perizia sarebbe però “incompleta nella metodologia, in quanto Sangare è stato sottoposto a un solo colloquio. 🔗 Leggi su Bergamonews.it
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