L' imam in carcere e il rischio radicalizzazione

Un passaggio dovuto e rivoluzionario che apre nuove strade di dialogo e integrazione, sfidando pregiudizi e promuovendo il rispetto reciproco. L'introduzione di un imam nel contesto carcerario minorile di Milano segna un importante passo avanti nella tutela dei diritti spirituali e umani dei giovani detenuti, dimostrando che solo attraverso la comprensione condivisa si può costruire un futuro più equo e inclusivo per tutti.

Una prima volta destinata a fare scuola, ma anche a fare inevitabilmente discutere. Perché al carcere minorile "Beccaria" di Milano, non ci sarà più solo il tradizionale cappellano cattolico, ma anche un imam per amministrare la fede islamica. Un protocollo di "assistenza morale e spirituale" varato con tutti i crismi da Tribunale e Procura per i Minorenni, Arcidiocesi di Milano e i rappresentanti del culto musulmano. Un passaggio dovuto e probabilmente inevitabile, visti i numeri che forse avrebbero bisogno di una più energica riflessione. Perché solo l'anno scorso, nell'istituto di pena riservato ai giovanissimi, sono passati 297 ragazzi e di questi ben 227 erano stranieri (il 78 per cento). 🔗 Leggi su Ilgiornale.it

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L'imam in carcere e il rischio radicalizzazione; La grande paura; L’imam che combatte la radicalizzazione islamica in prigione.

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