Ronde islamiche nei parchi così vogliono convertire i giovani fragili
organizzazioni ufficiali riconosciute. La presenza di ronde non autorizzate rischia di alimentare tensioni e fraintendimenti, soprattutto quando si tratta di giovani fragili. È essenziale affidarsi alle istituzioni e ai servizi sociali per garantire un intervento efficace e rispettoso dei diritti di tutti, evitando iniziative che potrebbero creare più confusione che soluzioni. Solo così si può preservare la coesione sociale e la sicurezza del territorio.
Ci mancavano le ronde islamiche. Ebbene sì, a Piacenza, città guidata dalla sindaca del Pd Katia Tarasconi, la comunità Islamica vuole scendere in campo in una sorta di operazione sostitutiva delle forze dell'ordine, organizzando presidi territoriali, dimenticando però che le ronde sono vietate per legge, a meno che non si tratti di volontari civici perla sicurezza, che devono essere precedentemente formati con un iter ben preciso, o di controllo del vicinato sempre in accordo con la Prefettura. Essendoci però già le forze di polizia estremamente presenti sul territorio, con quale motivazione decidono di rivestire proprio loro quel ruolo? Forse lo fanno perché, tra le tante cose non riconosciute dell'Occidente, non si dà valore e centralità alle nostre autorità di sicurezza nazionale? È una sorta di «sharia della sicurezza», una polizia islamica? Come riporta “Il Piacenza” «la Comunità islamica si appresta a organizzare, assieme alle realtà che già operano sul territorio e a gente, un'attività di presidio nei parchi frequentati dalle famiglie e dai più giovani». 🔗 Leggi su Iltempo.it
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Violenza, la comunità islamica: "Organizzeremo attività di presidio nei parchi frequentati dalle famiglie e dai più giovani" Vai su Facebook