Un proiettile una radiografia una morte evitabile | la banalità del genocidio

In un mondo dove una semplice TAC può fare la differenza tra vita e morte, Gaza racconta una realtà crudele e silenziosa. Abd al-Karim al-Kahlut è solo l’ultimo esempio di un sistema che, sotto il peso di guerra e assedio, trasforma la cura in privilegio. È il prezzo pagato da innocenti e vulnerabili, vittime di una macchina bellica che ha spento la sanità per logorarne la speranza di sopravvivere...

Abd al-Karim al-Kahlut è morto dissanguato per un proiettile che non sarebbe stato letale in nessun altro luogo del mondo. In un ospedale qualunque, bastava una TAC. Ma a Gaza, dopo quasi due anni di assedio e distruzione, anche l’evidenza medica è un privilegio. La sua storia – raccontata con cruda precisione da Haaretz – non è un’eccezione: è la regola spietata di una macchina bellica che ha spento la sanità per logorare la sopravvivenza stessa. Al-Kahlut era un metalmeccanico. Aveva messo da parte i soldi per aprire una piccola officina. Poi è arrivata la guerra, e con essa la fame. Ha provato a ottenere del cibo in uno dei centri di distribuzione dell’agenzia “umanitaria” sponsorizzata da Israele e Stati Uniti, nonostante fosse noto da settimane che i soldati aprono il fuoco anche lì. 🔗 Leggi su Lanotiziagiornale.it

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Un proiettile, una radiografia, una morte evitabile: la banalità del genocidio - Kahlut è morto dissanguato per un proiettile che non sarebbe stato letale in nessun altro luogo del mondo. Da lanotiziagiornale.it

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