La resistenza della Madonnina e il cedimento di un grattacielo babelico
resistendo stoicamente al passare del tempo e alle sfide urbanistiche. Mentre un imponente grattacielo babelico crolla sotto il peso della modernità e delle tensioni sociali, la Madonnina si erge invariata, simbolo di una Milano che non smette di guardare al passato per proiettarsi nel futuro. È un monito a riflettere sulla vera solidità delle nostre radici culturali in un mondo in rapido cambiamento.
Fa caldo, certo che fa caldo a Milano. Ma la Madonnina non mostra segni di cedimento. Lei che dominava la città da secoli, lei che venne umiliata per la prima volta dal Pirellone (era il 1960, segno che a Milano il cattolicesimo stava sprofondando già prima del Vaticano II), e poi completamente sostituita nello skyline dalla raffica di grattacieli nuovi, uno anche ciellino (era il 2010, segno che CL non sarebbe sopravvissuta a Giussani), sta dove è sempre stata. Il crollo dell’insegna sul grattacielo disegnato da un’architetta irachena, dunque un oggetto direttamente babelico, asiatico, arrogante, sembra un quadro distopico di Massimiliano Alioto, sembra una triade vitruviana al contrario (disarmonia, disutilità, instabilità. 🔗 Leggi su Ilfoglio.it
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La resistenza della Madonnina e il cedimento di un grattacielo babelico - Fa caldo, ma la Madonnina resta immobile, lì dove è sempre stata. Da ilfoglio.it
La Madonnina di Milano, simbolo della città: nessun grattacielo poteva essere più alto - Fanpage.it - La statua della Madonnina di Milano è alta 4,16 metri, si compone di 33 lastre di rame che la rivestono e hanno un peso complessivo 399,2 chili, mentre sono 6. Secondo fanpage.it