Srebrenica Nessuno fermò la strage Ieri come oggi

Nessuno fermò la strage di Srebrenica, ieri come oggi. Nezdad Maksumic, poeta bosniaco e profugo da Mostar, ha vissuto in prima persona il dolore di un paese lacerato dai conflitti. La sua poesia, intrisa di speranza e di ferite aperte, ci ricorda che la memoria e la voce sono le armi più potenti contro l'indifferenza. Perché solo ricordando possiamo sperare di cambiare il corso della storia.

Nezdad Maksumic è un poeta bosniaco. Da Mostar partì per l’Italia: profugo. Dall’altra parte del mare seguì i conflitti che lacerarono la sua terra. Quella che un tempo era la Jugoslavia finì in mille pezzi senza che nessuno fece nulla. “Nessuno fece nulla“ è il titolo (anche) di un testo bellissimo che Maksumic scrisse nel suo intimo diario di guerra, intriso di dolore e di speranze vuote, da cui fu tratto lo spettacolo teatrale “Indicazioni Stradali Sparse per Terra“. Già, Srebrenica è stato anche un cartello stradale, che ha ceduto in fretta sotto i colpi di mortaio e poi ancora sotto gli scarponi dei miliziani serbo-bosniaci del generale Ratko Mladic che avanzavano indisturbati. 🔗 Leggi su Quotidiano.net

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