La Russa-Calenda lite social dopo il Pride di Budapest | Egocentrico non ho statue del Duce a casa Lezioni di anti autoritarismo da te? Anche no
In un mondo sempre più polarizzato, il confronto tra Ignazio La Russa e Carlo Calenda si accende sui social, tra accuse di monumenti dimenticati e rivendicazioni di libertà. La tensione si diffonde oltre i confini italiani, radicandosi in eventi come la marcia del Pride di Budapest, testimonianza di un conflitto più ampio tra autoritarismo e democrazia. Questa disputa svela le sfide di un’Italia divisa e alla ricerca della propria identità.
È uno scontro senza esclusione di colpi quello tra Ignazio La Russa e Carlo Calenda. Un battibecco social che si gioca sul filo dei busti marmorei, di fascismo e comunismo, delle accuse di «dimenticanze» e di rivendicazioni. E che pone le sue radici ben lontano da Roma, per la precisione in quella Budapest dove il leader di Azione ha partecipato alla storica marcia del Pride sfidando il divieto «autoritario» del premier Viktor Orban. Ad affondare per primo il colpo, per la verità in maniera abbastanza generica, è stato proprio il presidente del Senato: «Chissà se qualcuno dei politici italiani presenti in questi giorni in Ungheria, asseritamente in difesa della libertà di espressione, si sarà ricordato di portare almeno un fiore ai martiri che nel 1956 diedero la vita per la libertà senza aggettivi contro i carri armati comunisti. 🔗 Leggi su Open.online
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La Russa-Calenda, lite social dopo il Pride di Budapest: «Egocentrico, non ho statue del Duce a casa», «Lezioni di anti autoritarismo da te? Anche no»; Pride a Budapest, Calenda risponde a La Russa: Io non ho statue di sterminatori di ebrei; Lite furibonda Calenda-Travaglio, la sfida in tv: «Propagandista russo». «Calunniatore, sei un poveraccio» - I video.
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