Nessuna gloria per l’eroico cameriere

Nessuna gloria per l’eroico cameriere: nella sala, il malumore è palpabile, e tutti sembrano condividere la stessa avversione—clienti, cuochi, proprietari. È un panorama che evidenzia una verità scomoda: la falsità spesso si nasconde dietro le apparenze. Prima di criticare l’assenza di riconoscimenti alla “Sala”, è il momento di riflettere su come questa atmosfera si sia creata e sulle radici di un ambiente che, pur desiderando il meglio, si perde in superficialità e ipocrisia.

La sala sta sul c***o a tutti. Ma a tutti proprio. Clienti, cuochi, proprietari, tutti. So di estremizzare, so che ci sono eccezioni e mille apostrofi intorno a questo concetto, ma c’è anche un comune denominatore: la falsità. Non posso, in cuor mio, criticare l’estromissione della Sala da ogni premiazione senza prima aver fatto un po’ di autocritica. I proprietari creano la scatola, ognuno con un proprio gusto estetico che converte l’ideale estetico in tavoli, sedie, cucine, stoviglie, eccetera; i cuochi, sempre secondo le loro possibilità, processano gli ingredienti fino a farne un piatto – magari uno, ne devono sparare fuori almeno dodici, ma in quei piatti c’è tutto l’universo emotivo di ognuno di loro, ed è riconoscibile: senti la gioia, il dolore, la rabbia, la competenza, il linguaggio lo stupore, la meraviglia il disgusto. 🔗 Leggi su Linkiesta.it

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