Da Modì a Picasso fino a Mirò | tornano i colori della modernità

Da Mod236 a Picasso, fino a Mir242, tornano i colori della modernità, vibranti e carichi di emozione. Non c’era più tempo né spazio per la disperazione; era il momento di abbandonare ogni tentativo di afferrare l’inafferrabile, di superare i limiti dell’esistenza. Il mondo, con le sue pene e tormenti, doveva restare alle spalle, lontano come una visione nella nebbia. E così, con determinazione, si preparava a varcare l’orizzonte. La fine, forse, era soltanto un nuovo inizio.

Non c’era più tempo neppure per disperarsi. Era arrivato il momento di non guardarsi più intorno, non inseguire più forme e colori, non cercare più di catturare l’ineffabile, ma superare il limite, lasciare che il mondo, con le sue pene e i suoi tormenti, restasse alle spalle, ormai remoto, come una visione nella nebbia. Non più stenti, basta camminare rasente i muri e subire umiliazioni senza fine. La fine la intuiva, forse anche l’agognava. E la fine arrivò nel freddo gennaio del 1920, quando lui, Amedeo Modigliani, venne trovato delirante nello studio gelido, attorniato da scatolette di sardine aperte e bottiglie vuote. 🔗 Leggi su Liberoquotidiano.it

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