Sbarcato con la Diciotti migrante nel Cpr di Trapani-Milo per ‘presunta pericolosità’ | Non posso chiamare mia madre

Nel cuore di Trapani, Mohammed Ezet Al Jezar, trentenne egiziano, vive un dramma che svela le contraddizioni di un sistema. Arrestato come presunto scafista e rinchiuso in un CPR, si trova isolato e senza possibilità di contattare la famiglia. La sua storia ci invita a riflettere su come i diritti umani vengano spesso proclamati, ma non sempre rispettati. È fondamentale ascoltare queste voci per cambiare il nostro approccio alle migrazioni e alla giustizia.

La storia di Mohammed Ezet Al Jezar, trentenne egiziano, condannato a sette anni come presunto scafista e adesso in Cpr per presunta pericolosità: "Qui dicono ci siano i diritti umani ma io non li vedo". 🔗 Leggi su Fanpage.it

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Sbarcato con la Diciotti, migrante nel Cpr di Trapani-Milo per ‘presunta pericolosità’: “Non posso chiamare mia madre” - In un'epoca in cui i diritti umani dovrebbero essere sacri, la storia di Mohammed Ezet Al Jezar ci mette davanti a una realtà diversa e spesso nascosta.

Sbarcato con la Diciotti, migrante nel Cpr di Trapani-Milo per 'presunta pericolosità': Non posso chiamare mia madre; Quanto costerà all’Italia il comportamento di Salvini con i migranti della nave Diciotti; Diciotti, per il Viminale la sentenza che ha condannato il governo a risarcire i migranti è ininfluente.

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