Come resistere al canto ammaliatore delle riforme istituzionali sì di nuovo
Come resistere al canto ammaliatore delle riforme istituzionali s236 di nuovo? Dopo trentquattro anni dal referendum sulla preferenza unica, il dibattito sulle leggi elettorali e le riforme costituzionali si presenta come un richiamo irresistibile. Tra proposte di sistemi variegati e tentativi di trasformare il nostro sistema politico, resta fondamentale mantenere la lucidità e l’attenzione critica per non lasciarsi catturare dalle sirene di cambiamenti spesso più superficiali che sostanziali. La vera sfida è comprendere cosa serve al paese, non solo cosa suona bene in campagna elettorale
Sono trascorsi trentaquattro anni dal referendum sulla preferenza unica, il primo tentativo referendario (riuscito) di cambiare la legge elettorale della Camera, da cui sono scaturiti altri quesiti, infinite proposte di sistemi comparati per eleggere i parlamentari (inglese, francese, tedesco, australiano, neozelandese per poi approdare sui più locali Mattarellum, Porcellum, Italicum, Rosatellum), due o tre riforme istituzionali con relative consultazioni costituzionali, un’ampia offerta di sistemi elettorali diversi per Comuni e Regioni, relazioni di commissioni bicamerali per riscrivere la Costituzione, dotte consulte di saggi, convegni di esperti, case di pane, riunioni di rane, vecchi costituzionalisti che ballano nei talk show, cani randagi, cammelli e re magi. 🔗 Leggi su Linkiesta.it
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