Sbarcato con la Diciotti migrante nel Cpr di Trapani-Milo per ‘presunta pericolosità' | Non posso chiamare mia madre

In un'epoca in cui i diritti umani dovrebbero essere sacri, la storia di Mohammed Ezet Al Jezar ci mette davanti a una realtà diversa e spesso nascosta. Un giovane egiziano, incarcerato nel Cpr di Trapani Milo senza prove concrete, denuncia un sistema che pare contraddittorio. La sua vicenda ci invita a riflettere: quanto sono realmente garantiti i diritti di chi si trova ai margini? Continua a leggere.

La storia di Mohammed Ezet Al Jezar, trentenne egiziano, condannato a sette anni come presunto scafista e adesso in Cpr per presunta pericolosità: "Qui dicono ci siano i diritti umani ma io non li vedo. Qui sono stato condannato senza una prova, in Italia, un paese europeo, il paese dei diritti". 🔗 Leggi su Fanpage.it

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Migrante sbarcato con la Diciotti nel Cpr di Trapani-Milo per 'presunta pericolosità': Non posso chiamare mia madre.

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