La vocazione per l’ospitalità è condizione necessaria ma non più sufficiente
La vocazione per l'ospitalità è un dono, ma non basta: le competenze soft skills come empatia, spontaneità e ascolto attivo sono il vero motore del successo nel settore. Durante l’hackathon 2025 di Gastronomika, professionisti di ogni ruolo hanno condiviso come queste qualità siano fondamentali per creare esperienze memorabili. Manager, chef e responsabili marketing si sono confrontati su come coltivare e valorizzare queste doti, dimostrando che nell’ospitalità, il cuore fa la differenza.
Se ci si chiedesse quali siano le competenze, potremmo dire soft skills, imprescindibili per lavorare nel mondo dell’ospitalità, i protagonisti dell’hackathon dell’edizione 2025 del Festival di Gastronomika risponderebbero empatia, spontaneità e ascolto attivo. Manager, responsabili marketing e cuochi sono alcune delle figure che hanno animato il tavolo dedicato a questo settore, declinato in ambito hôtellerie. C’è chi è nato in albergo e ha ricevuto il passaggio di testimone dalla famiglia, chi si è avvicinato a questo mondo da grande e chi l’ha scelto fin da subito per la sua carriera. Nonostante ci siano persone con mansioni, identità lavorative e routine molto differenti, al tavolo si è percepita la condivisione di valori comuni, come la volontà di far star bene l’altro ed esserne al servizio, ma anche la passione per un lavoro dinamico e l’impegno di portare avanti un sapere e un’idea di accoglienza che richiami un senso di famigliarità. 🔗 Leggi su Linkiesta.it
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