Il dramma silenzioso dei braccianti a Viterbo | Case negate e in bici all' alba per lavorare nei campi
Nel cuore di Viterbo si svela un dramma silenzioso che riguarda i braccianti: case negate e giornate scandite da lunghe pedalate all’alba per lavorare nei campi. La richiesta è chiara e urgente: agricoltura e giustizia sociale richiedono trasporti dignitosi e abitazioni adeguate. Antonio Biagioli, segretario della Uila Lega comunale, ribadisce l’importanza di affrontare queste criticità, tema già al centro della manifestazione di maggio in piazza Dante, affinché il rispetto e la dignità tornino a essere pilastri fondamentali.
"Agricoltura e giustizia sociale, servono trasporti e abitazioni per i braccianti". A dichiararlo è il segretario generale della Uila Lega comunale di Viterbo, Antonio Biagioli. Una tematica, soprattutto quella della casa, già affrontata durante la manifestazione di maggio in piazza Dante. 🔗 Leggi su Viterbotoday.it
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Il dramma (silenzioso) dei braccianti a Viterbo: Case negate e in bici all'alba per lavorare nei campi.
A Viterbo braccianti in piazza per Naceur - Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Viterbo hanno protestato: «Basta morire di lavoro, basta perdere la vita per lavorare a 40 gradi all’ombra». Come scrive ilmanifesto.it
I braccianti scendono in piazza per Naceur, morto di caldo: “Nei campi non sai mai quante ore lavorerai” - C’erano tutti a Viterbo per ricordare Naceur Messaoudi, il bracciante 57enne tunisino morto mentre raccoglieva angurie nel giorno più caldo dell’anno. Si legge su fanpage.it