Essere provinciali è un modo di stare al mondo

Essere provinciali non è solo una questione di geografia, ma un vero e proprio modo di vivere il mondo, intriso di lentezza, attesa e autenticità. Come ci ricorda Andrea Di Consoli in “Il canto silenzioso degli amici”, questa attitudine si manifesta ovunque, anche nelle metropoli più frenetiche. Un viaggio dentro le sfumature di un’identità che, tra radici e distanze, continua a plasmare il nostro sguardo sul mondo. Dio salvi i provinciali.

Dio salvi i provinciali descritti da Andrea Di Consoli nell’autobiografico “Il canto silenzioso degli amici” (Rubbettino). I provinciali meridionali ma non solo: “Essere provinciali è qualcosa in più di un’indicazione geografica, è un modo di stare al mondo, di mettersi di lato, di essere attardati. Si può essere provinciali anche nel cuore di una grande città – è guidare con il finestrino aperto d’estate, pisciare nelle piazzole dell’autostrada.”. Mi ci ritrovo, sono mie pratiche abituali. E poi: “I provinciali non sono aggiornati sulle ultime serie cinematografiche, amano sfogliare vecchie enciclopedie, bere liquori ridicoli come il Vov. 🔗 Leggi su Ilfoglio.it

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Un anno di duro lavoro: Noi, Carabinieri. Capaci di stare in mezzo alla gente; Grande Festa del Fiume Po al via: «Un modo per stare insieme e fare comunità»; Mazzi si dimette da consigliera provinciale: “Senza risorse è impossibile lavorare per il territorio”.

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