Lancini | Non basta vietare social e smartphone per fermare la violenza giovanile serve ascolto vero dagli adulti e alfabetizzazione emotiva per prevenire il disagio
Di fronte alle recenti tragedie che hanno scosso l’Europa, emerge con forza la necessità di un approccio più completo alla prevenzione della violenza giovanile. Non basta vietare social e smartphone: occorre un ascolto autentico da parte degli adulti e un’educazione alle emozioni per affrontare le radici del disagio. Solo così potremo costruire un futuro in cui i giovani trovino supporto e comprensione, prevenendo tragedie prima che si verifichino.
Dopo le tragedie che hanno scosso l’Europa – la sparatoria in una scuola austriaca da parte di un ventunenne e l’omicidio di una collaboratrice scolastica in Francia per mano di un quattordicenne – il dibattito pubblico si è acceso sulle cause della violenza giovanile. L'articolo . 🔗 Leggi su Orizzontescuola.it
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Lancini: Non basta vietare social e smartphone per fermare la violenza giovanile, serve ascolto vero dagli adulti e alfabetizzazione emotiva per prevenire il disagio; Non basta obbligarli a spegnere il cellulare se non ascoltiamo il loro dolore; Matteo Lancini: «La violenza giovanile nasce dall'incapacità di esprimere paure e fragilità».
Scuola e famiglia si attrezzino per intercettare il disagio dei giovani. È l’unica forma di prevenzione - Lo psicoterapeuta Matteo Lancini torna a esprimersi sul disagio giovanile e sulle sue manifestazioni più estreme, come in Austria – il recentissimo caso di un ventunenne che, tornato nella sua ex scuo ... Scrive tecnicadellascuola.it
Matteo Lancini: «La violenza giovanile nasce dall'incapacità di esprimere paure e fragilità» - Ci preoccupiamo dei videogiochi perché istigano alla violenza, non della repressione che esercitiamo sui nostri giovani rinchiusi in camera». Segnala corriere.it